Settimana 22: fatture e numeri di telefono falsi

08.06.2022 - La scorsa settimana il numero di segnalazioni pervenute all’NCSC è stato elevato. Oltre alle e-mail minatorie inviate a nome della polizia, sono stati rilevati soprattutto numeri di telefono falsificati e un caso di truffa con manipolazione di fattura nei confronti di clienti di un’impresa.

Le segnalazioni di false chiamate senza risposta si accumulano

La scorsa settimana l’NCSC ha ricevuto decine di messaggi da parte di cittadini infastiditi dalle continue chiamate da parte di privati che avevano trovato una telefonata senza risposta. Che cosa si cela dietro a questi casi?

Si tratta di chiamate di call center effettuate con numeri falsificati che in realtà appartengono a privati. Nel caso di truffe telefoniche o di chiamate di call center sospetti, è pratica comune falsificare il numero in modo che appaia un semplice numero svizzero per indurre le persone a rispondere. Tuttavia, se si utilizzano sempre i medesimi numeri, gli effettivi proprietari degli stessi vengono sommersi di richiami. Alcuni hanno riferito di aver ricevuto fino a 50 chiamate al giorno. Purtroppo non si può fare molto.

Nelle reti telefoniche non regolamentate (a differenza della Svizzera, dove gli operatori di telefonia sono regolamentati dall’UFCOM), un utente abbonato può far comparire un numero chiamante qualsiasi utilizzando un programma adeguato. Con questo metodo è possibile effettuare chiamate di ogni tipo, ad esempio anche dalla rete fissa svizzera. Il numero definito dall’aggressore non viene controllato dagli operatori di telefonia, ma è trasmesso tale e quale e compare sul display del telefono. Secondo quanto osservato, queste ondate di telefonate sono fortunatamente di breve durata.

Raccomandazione:

  • Contattate il vostro operatore telefonico per individuare le misure da adottare nel caso in cui le chiamate dovessero continuare per diversi giorni. 

Truffa «BEC» anche nei confronti dei clienti

Nel caso della truffa con manipolazione delle fatture («business e-mail compromise», BEC), i truffatori hackerano gli account di posta elettronica aziendali per cercare vecchi scambi di e-mail contenenti una fattura. In seguito modificano il numero IBAN indicato per il versamento dell’importo e inviano nuovamente l’e-mail al destinatario con una giustificazione più o meno plausibile. Finora questo stratagemma è stato utilizzato soprattutto per aziende che hanno partner o fornitori all’estero. Le fatture sono relativamente salate ed è più semplice spiegare un cambio di IBAN negli affari internazionali.

Tuttavia, una segnalazione della scorsa settimana mostra che gli aggressori stanno prendendo di mira anche aziende più piccole e i loro clienti. Una probabile motivazione è che sempre più aziende inviano le fatture ai clienti direttamente per e-mail e non più per posta. Nel caso in esame, un cliente ha acquistato un’auto usata in una concessionaria. La fattura di oltre 18 000 franchi è stata inviata per posta elettronica.

Dopo poco tempo, il cliente ha ricevuto l’istruzione di versare l’importo su un altro conto per motivi logistici. L’account di posta elettronica era stato hackerato e i truffatori hanno avuto accesso alla fattura del cliente e sono stati in grado di manipolarla. I dati di accesso alle e-mail vengono solitamente rubati in anticipo tramite phishing.

  • Sensibilizzate tutti i collaboratori su questi tentativi di raggiro, in particolare sui tentativi di phishing.
  • Non date seguito a richieste di pagamento insolite. Siate particolarmente scettici quando vi viene improvvisamente chiesto di versare un importo su altro IBAN.
  • Controllate che l’IBAN e l’indirizzo di fatturazione corrispondano. Nel caso citato, l’importo fatturato dalla società svizzera sarebbe stato versato su un conto estero.
  • Quando ricevete richieste inconsuete, chiamate il mittente e verificatene la correttezza.

Numeri e statistiche attuali

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Ultima modifica 08.06.2022

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